07 Gen INTERVISTA a Edoardo Cavagnino, Gelateria e Pinguineria PEPINO
D: Tu sei la generazione giovane di un’azienda storica: vediamo le origini della famiglia e di come si integra la storia con l’innovazione che hai portato.
Lo diciamo in poche date: 1884 Domenico Pepino lascia Napoli, si trasferisce a Torino portando il gelato. Prodotto quasi sconosciuto, molte le difficoltà iniziali nell’introdurlo. Poi la grande qualità delle materie prime, della lavorazione artigianale , il grande stupore per queste sculture di gelato che proponeva per banchetti gli permisero di introdursi nei ricevimenti dell’artistocrazia e della borghesia fino ad arrivare poi ad essere fornitore della Casa Reale. I 4 stemmi che ci hanno concesso come fornitori della casa reale vanno dal 1910 al 1932 e sono 4 rami diversi, Genova, Aosta, Torino ecc. Nel 1916 si sviluppa, si fa apprezzare nel tessuto torinese. Pepino partecipa a 3 Esposizioni Universali e Internazionali che ci sono state qua a Torino: una ha visto la nascita dello stile Liberty, una nel 1911 per i 50 anni dell’Unità d’Italia quindi grande notorietà ma sempre un artigiano locale. Nel 1916 due imprenditori torinesi d’adozione, entrambi già coinvolti nel settore food, uno Feletti produttore di cioccolato, l’altro Cavagnino l’inventore dei primi dadi da brodo, videro nella qualità di questi prodotti una grande opportunità di sviluppo e comprarono l’attività. L’idea era quella di fare un nuovo laboratorio più grande che potesse dare un impulso commerciale. Iniziarono ad usare il ghiaccio secco per trasportare il gelato, anche lì un grande primato perché nessuno lo utilizzava in Europa. Quindi negli anni ’20 il gelato Pepino arrivava ovunque, avevamo clienti in tutta Europa e iniziarono ad aprire gelaterie anche fuori dai confini, prima torinesi e poi addirittura nazionali (Alassio, Roma, Milano, diverse a Torino, Nizza e Parigi in Francia più varie spedizioni in giro per l’Europa). Nel 1939 fu l’anno clou con la nascita del Pinguino: il primo gelato con stecco con copertura di cioccolato e nasce per una miglioria tecnica di quello che era il Pinguino precedente che era senza copertura di cioccolato che si scioglieva troppo in fretta per mangiarlo passeggiando.
D: Quindi un’armatura golosa per il gelato! A proposito del Pinguino ti chiederei di raccontarci come è avvenuta la vostra differenziazione del brand: esiste Gelateria Pepino e Pinguineria Pepino e si comunicano in modo differente sui social
Dopo alcuni anni di difficoltà dovute a problemi familiari, di mercato e storici abbiamo deciso qualche anno fa di fare un grande rilancio del brand Pepino e una delle tappe di questo rilancio passava attraverso la riapertura di alcuni punti vendita che nel frattempo, rispetto al passato, erano stati chiusi. Si è optato per un format diverso rispetto a quella che è la nostra gelateria storica –in cui si è tenuta l’intervista – che è un locale completo, un caffè storico con cucina e ci si è concentrati solo sul gelato e affini (biscotti, cioccolata calda, crema allo zabaione e prodotti complementari al gelato). Visto che tutto il mondo chiama le gelaterie “gelaterie” e noi eravamo gli unici a poterla chiamare “pinguineria” in onore del nostro prodotto principale abbiamo scelto di chiamarla così un po’ per differenziarci, un po’ per puntare sempre di più sul nostro prodotto principe e in più perché ci piaceva l’idea che in natura la “pinguneria” è il luogo in cui i pinguini si recano per riprodursi, quindi è un po’ il loro habitat naturale, dove si sentono in sicurezza. Questo progetto nasce nel 2014 ed è un format che prevede lo sviluppo in franchising anche se in realtà i primi 8 punti vendita li abbiamo aperti noi direttamente o in collaborazione con altre aziende. I punti sono studiati con un franchising concept moderno con tanti richiami alla storia e alla tradizione – che è importante sempre sottolineare – ma un format snello ed economico sia come prezzo di startup che come prezzo di gestione. Tu non produci il gelato di fatto, ti arriva già fatto da noi che ne controlliamo anche la qualità, il gestore non può sbagliare nulla, gli basterà saper sorridere e fare un cono.
Ovviamente sganciandosi un po’ da quella che è la tradizione della gelateria e andando su questo nuovo format di “pinguineria”, anche la parte social ha dovuto prevedere uno sviluppo nuovo con un taglio più giovane e mirato sul prodotto e non tanto sulla storia. Da un lato per la gelateria la strategia è focalizzata sulla tradizione e su tutti i prodotti che compongono questa realtà mentre per la pinguneria più pinguino, più prodotto, più nuove collaborazioni come i co-branding. Alcuni esempi: la collaborazione con Giugiaro, con il Salone dell’Auto, con Baladin, con Vergnano, con Cocchi ultimo nato il Pinguino al Vermouth. Questi prodotti sono dedicati ai nostri punti “pinguineria”
D: Un’ultima curiosità riguardo al nostro settore è quella che vi lega al mondo degli Chef che hanno creato le loro versioni del Pinguino
E’ un’iniziativa che abbiamo lanciato quasi per gioco 3 anni fa. E’ vero che Pinguino è il gelato da passeggio per antonomasia ma abbiamo voluto ribaltare completamente la situazione e consumarlo impiattato e farlo quindi diventare protagonista e ingrediente principale di un dessert con aggiunta dello Chef o del food blogger di turno di ingredienti di vario tipo. Per inaugurare questa nuova stagione del Pinguino abbiamo fatto una gara tra Chef e Blogger, dove hanno vinto – lo devo dire – le blogger. Questo ci è servito come storytelling iniziale per andare dai nostri clienti ristoratori e fargli capire che proporre nel locale, invece che il pinguino tout court, un pinguino rivisitato alla maniera dello Chef allora diventa rendere unico un prodotto comune. Pinguino è già conosciuto ed è garanzia di qualità, il cliente sa quindi che nel caso lo Chef l’ha migliorato in una maniera unica che si può trovare solo lì. Se quindi un ristoratore ha una cucina dinamica e provare a sbizzarrirsi, il consiglio è quello di cimentarsi. Già diversi ristoratori hanno aderito e lo stanno rivisitando. Su questa cosa vorremmo tornare in modo forrte il prossimo anno dove vorremmo entrare un po’ di più nel mondo dei ristoranti e degli hotel con alcuni gusti speciali: una selezione di mantecati dedicati a loro oltre ad approfondire il pinguino rivistato.
Ottimo, il Pinguino quindi diventerà una piattaforma creativa su cui lo Chef potrà sperimentare. E’ interessante perché oggi c’è la tendenza a far diventare tutto “street food” anche quello che prima era solo appannaggio di un consumo placé mentre il Pinguino va controtendenza “da street torna sul piatto”. Pur essendoci l’Ape Pepino che è molto food e piace
Sì e l’Ape tra l’altro ha un ottimo impatto, è molto richiesta e la diamo anche per eventi privati.
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